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Smart working e uffici: le nuove trasformazioni

Mar 12 Mar 2024

Il lavoro ibrido, che – come abbiamo più volte sottolineato – prevede la combinazione di lavoro in ufficio e lavoro da remoto, è diventato sempre più diffuso in risposta ai cambiamenti nella cultura lavorativa e alle lezioni apprese durante la pandemia di COVID-19. Le aziende hanno dunque cercato (e stanno ancora cercando) di creare ambienti di lavoro flessibili e adatti alle esigenze dei dipendenti, promuovendo al contempo la collaborazione e l’efficienza.

All’interno di questa più generale cornice, la riduzione degli investimenti immobiliari nel 2023, focalizzata soprattutto sugli uffici in Europa e Italia, sembra aver ultimamente spinto i principali gruppi bancari a prendere provvedimenti per adattare gli ambienti di lavoro alle nuove esigenze legate al modello di lavoro ibrido – dal momento che l’operatività da remoto prevista almeno due giorni alla settimana porta alla conseguente diminuzione del numero di scrivanie (e quindi metri quadri) necessarie.

Le attuali trasformazioni nei luoghi di lavoro evidenziano un cambio di prospettiva: ci si orienta verso un aumento delle sale riunioni e delle aree comuni. Così che, possiamo tranquillamente affermare, le discussioni teoriche degli anni passati sulla ristrutturazione degli ambienti lavorativi sono ora una realtà in evoluzione.

Esempi virtuosi

Come per ogni processo di cambiamento, anche l’adattamento degli ambienti lavorativi alle necessità dell’ibrido può ovviamente contare su alcuni esempi virtuosi. Apripista che, indiscutibilmente, segneranno la storia di queste trasformazioni.

Vediamo ora i principali gruppi bancari che hanno preso provvedimenti in questa direzione.
  • Deutsche Bank Italia, per fare un esempio, possiede un vasto ufficio di 37.000 metri quadrati nella zona di Bicocca. In questa struttura, il corpo centrale rimarrà a disposizione dei propri dipendenti, mentre le due ali dell’edificio verranno affittate a terzi – operativi in in svariati settori, che vanno dall’abbigliamento alle tecnologie e all’innovazione – con contratti decennali.
  • UniCredit ha portato a termine una trasformazione radicale della sede in piazza Gae Aulenti, dando alla Torre B una nuova funzione: ospitare società con contratti di subaffitto. I circa 8.000 dipendenti di Milano sono stati ridistribuiti tra la Torre A e gli uffici di Lampugnano.
  • Bnp Paribas sta attualmente mettendo a disposizione in affitto due piani del suo grattacielo, la Diamond Tower (composta da un totale di 27 piani), situato tra viale della Liberazione e via Galilei.
  • Intesa Sanpaolo, partire da giugno 2023, ha inaugurato la Scheggia, anche conosciuta come Torre Gioia 22. La struttura, distribuita su 30 piani, è caratterizzata da una tecnologia avanzata e da soluzioni ecologiche. Oltre a un ristorante già operativo e una palestra, la torre è pronta ad accogliere circa 3.000 dipendenti del Gruppo. Tuttavia, nel resto d’Italia, sta riducendo la superficie strumentale di circa 258.000 metri quadrati.

La giusta direzione

Quelle attuate da questi 4 colossi bancari sono scelte che, sebbene di natura differente, si innestano su un percorso ben preciso e riconoscibile.

Già alcuni mesi or sono presentavamo ad esempio il caso di workation promosso da Generali, sottolineando l’importanza di tale decisione e sottolineandone gli indubbi benefici, sia a livello aziendale che per il singolo lavoratore. Sfruttare gli spazi inutilizzati consente di ottimizzare le risorse immobiliari, riducendo i costi associati a edifici sottoutilizzati. Questa ottimizzazione è particolarmente significativa in termini di affitto, manutenzione e servizi pubblici.

Per NotOnlyDesk, che ha da tempo individuato nella filosofia smart la chiave per una crescita lavorativa necessaria e funzionale, questo non è che uno dei tanti passi nella corretta direzione. Verso un futuro che abbini flessibilità, sostenibilità e visione.